Negli ultimi mesi si è assistito ad un vivo dibattito sulle conseguenze derivanti dall’applicazione del greening nell’ambito della nuova PAC, di cui rappresenta uno dei principi ispiratori, ma a nostro avviso è passato un po’ in secondo piano l’altro concetto cardine su cui si basa l’impianto del Regolamento che normerà l’agricoltura europea fino al 2020: la sostenibilità.
Del resto lo stesso greening non può essere inteso solamente come un aumento di aree a vocazione “verde” nelle aree coltivate europee: nella sua concezione più ampia infatti si configura come strumento operativo per aumentare l’attuale livello di sostenibilità nella coltivazione delle aree destinate a seminativo all’interno dei paesi dell’Unione.
Senza voler entrare nei dettagli di cosa significhi il concetto di sostenibilità applicato al comparto agricolo, a fronte di un metodo di gestione dell’azienda in grado di migliorare il reddito aziendale, è necessario che le tecniche di coltivazione nei prossimo anni facciano maggiormente riferimento ad alcuni temi:
1) il contenuto di sostanza organica del terreno: può sembrare secondario ed invece rappresenta un elemento di primaria importanza, dal momento che un suolo con un buon livello di fertilità nel tempo consente di semplificarne la gestione, sia in termini di lavorazione che di concimazione. E la sostanza organica è l’elemento fondamentale per poter pensare di avviare un percorso di semplificazione colturale.
2) l’entità delle emissioni di carbonio in atmosfera: è un aspetto direttamente legato al precedente, sul quale si è a lungo dibattuto in quanto le emissioni dirette di anidride carbonica da combustione di gasolio spesso potrebbero essere contenute mediante il ricorso a lavorazioni meno energiche, la cui valenza agronomica è stata più volte messa in discussione con dati oggettivi. - l’utilizzo efficiente dell’acqua di irrigazione: rappresenta il capitolo dove forse c’è ancora molto lavoro da fare, dal momento che raramente si è prestato attenzione a come usare l’acqua in maniera razionale, essendo una risorsa non inesauribile ma sicuramente reperibile ad un prezzo che ha inciso poco sui costi colturali. Se tale approccio sta lentamente cambiando, è assodato che anche per l’acqua è necessario un livello di precisione nell’impiego simile a quello che si adotta per gli altri mezzi tecnici.
3) il razionale impiego dei mezzi tecnici di sintesi (fertilizzanti ed agro-farmaci): costituisce un capitolo molto vasto, su cui si sono inserite nel tempo delle normative specifiche, come le restrizioni sull’uso dei fertilizzanti azotati nelle zone vulnerabili o il più recente Piano Nazionale per l’uso sostenibile degli agro-farmaci.
Anche in questo caso, il costo dei mezzi tecnici e le imposizioni normative porteranno a dei cambiamenti importanti a livello di gestione aziendale.
Presi singolarmente, ciascun argomento è in grado di innescare un cambiamento significativo nelle pratiche agronomiche di tutti i giorni, ma la loro unione è presupposto per una vera e propria modifica radicale del modo di condurre l’azienda: razionalizzazione infatti non significa semplicemente riduzione, ma utilizzo migliore e questo a nostro avviso comporta la conoscenza oggettiva dell’effettiva produttività del campo, come unico presupposto per poter migliorare l’utilizzo dei mezzi tecnici con cui viene coltivato.